Androni-Sidermec, Jhonatan Restrepo felice della scelta: “In questa squadra c’è una mentalità vincente”

Prima dello stop assoluto delle corse, era lui a svettare nella classifica dei plurivittoriosi della stagione. Jhonathan Restrepo era partito alla grande, lasciando il segno per sei volte: quattro volte al Tour of Rwanda 2020 e due alla Vuelta al Tachira 2020, confezionando così un totale che, in termini assoluti, gli aveva permesso di lasciarsi dietro Remco Evenepoel e Nairo Quintana, che nei primi mesi dell’anno avevano riportato cinque successi. Il corridore dell’Androni Giocattoli-Sidermec, quindi, ha dovuto fermarsi quando meno lo avrebbe voluto, vista la condizione di forma che ne ha accompagnato le prime settimane con la maglia della Professional italiana.

C’è stato qualcosa di speciale nel percorso di avvicinamento al 2020? “Sono lo stesso corridore di prima – dice Restrepo in un’intervista a Ciclo21 – Ciò che è cambiato è la testa. Ora allenarmi mi piace e non ho la pressione che avevo prima. C’era un momento in cui, essendo colombiano, avevo bisogno di vincere. Ora è cambiato tutto, ma quel che ho vissuto prima mi ha aiutato a essere quello che sono oggi”.

Il colombiano, 25 anni, ha subìto, come tutti i colleghi, il blocco agonistico quando il calendario iniziava a ribollire: “Avrei dovuto correre il Gp Larciano, la Tirreno Adriatico e la Coppi e Bartali. Poi avremmo pensato al Giro d’Italia. In linea di massimo, non avrei avuto obiettivi particolari, ma la verità è che stavo andando molto forte e iniziavo a fare altri tipi di pensieri. Ho sempre desiderato vincere e sono arrivato a tutte le gare con la voglia di conquistare una tappa e mostrare le buone gambe che avevo”.

Restrepo è già alla quinta stagione da professionista: “Sono stato fortunato a passare presto, perché non molti corridori possono farlo a 20 anni. Tornare in una squadra World Tour? So cosa vuol dire viverci, oggi sto benissimo dove sono e il resto si vedrà più tardi. Il passaggio da Katusha-Alpecin a Manzana Postobón (a fine 2018ndr) l’ho vissuto un po’ come un passo indietro, ma sapevo che sarei stato bene in una squadra colombiana e con la mia gente. Avrei potuto far vedere di nuovo quello di cui ero già stato capace, quindi penso di poterla considerare come una scelta rischiosa ma buona”.

Poi, il passaggio alla Androni-Sidermec di Gianni Savio: “Sono molto contento della squadra e di Gianni. È una persona che ti dà molta fiducia e penso che sia quello che conta di più in una squadra. Se sono andato lì perché sono specialisti nel lanciare corridori nel World Tour? L’ho presa come una motivazione extra, tanti mi dicevano che quando passi alla Androni progredisci tanto. È una mentalità vincente. Mi hanno trovato un nuovo allenatore e con lui ho cambiato molte cose”.

Il contratto di un anno significa ritenere questa annata una sorta di trampolino? “No, niente di tutto ciò. È presto per dirlo o pensarci. Poi, penso che in questo momento nessuna squadra si trovi in ​​una situazione economica che permetta loro di pensare alla ricerca di corridori. E lo stesso vale per i ciclisti. Ci sono molti corridori che non sono ancora stati in grado di dimostrare nulla e, quindi, è troppo presto iniziare a pensare ai nuovi contratti. Inoltre, ribadisco che in questa squadra mi sento molto felice e c’è ancora tanta strada da fare”.

La pausa seguita alla sparizione della Manzana-Postobón può essere stata una spinta per la partenza-sprint di quest’anno? “Sono stato in grado di riposare, ho passato tre mesi senza andare in bicicletta e senza sentire il bisogno o l’obbligo di farlo. Penso che siano stati tre mesi che mi hanno fatto bene. Mi sono dedicato al riposo, a fare cose diverse, a godermi la famiglia e a divertirmi molto con mio figlio. Quando ho ripreso l’attività, l’ho fatto con grande desiderio e con una rinnovata motivazione. Poi, quando, è arrivata la prima gara mi sentivo già molto bene”.

Adesso, però, di pausa ce n’è un’altra: “La verità è che sono molto calmo – le parole di Restrepo – Mi sto allenando poco. Non voglio stressare la mia testa per l’allenamento. Ho già vissuto in altre occasioni, come quando mi sono rotto la clavicola: quello è stato un periodo che mi ha logorato perché non potevo allenarmi e, alla fine, tutto è peggiorato. Faccio un’ora o un’ora e mezza di rulli e un altro lavoro specifico per mantenere la forza. Ma in questo momento ciò che più conta per me è la tranquillità e anche prendermi cura di me stesso, senza ingrassare”.

Obiettivi futuri? “Non sappiamo neanche quali gare si faranno. Ci sarà, quando si riprenderà, un calendario molto affollato, quindi proprio non saprei. Per ora, il mio obiettivo è tornare al livello in cui mi trovavo e continuare a fare bene con la mia squadra. Come rifare il calendario? Eh, è molto difficile. Dipendesse da me, metterei sicuramente il Giro, che è la Grande Corsa a cui noi dell’Androni possiamo andare… Ma vedremo cosa fare l’UCI. È una situazione complicata da gestire”.

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